Economia sociale e Terzo settore
Oltre 400.000 organizzazioni tra imprese sociali, cooperative, associazioni e realtà del Terzo Settore; più di 1,5 milioni di lavoratrici e lavoratori; oltre 4,5 milioni di volontarie e volontari: sono questi i numeri dell’economia sociale in Italia. Un settore che genera capitale umano, solidarietà e partecipazione, ma anche valore economico.
Nonostante questi numeri, una parte di questo straordinario potenziale non è ancora pienamente riconosciuta, valorizzata e sostenuta dalle istituzioni, nonostante da decenni il suo ruolo sia decisivo nell’assicurare un welfare più efficiente.
Per rafforzare il ruolo dell’Economia Sociale, ho promosso la costituzione dell’Intergruppo parlamentare per l’Economia Sociale, al quale hanno aderito parlamentari e senatori di diversi schieramenti. Uno strumento pensato per garantire continuità, rappresentanza e sostegno a un modello economico che mette al centro la persona, la comunità e l’inclusione.
In una società sempre più complessa, molte prestazioni di welfare devono essere “personalizzate”: e qui emergono esperienze preziose di cooperative sociali, insieme al lavoro volontario di chi realizza concretamente i valori della solidarietà e della sussidiarietà. Ad esempio, senza l’impegno quotidiano delle associazioni, la sanità e l’assistenza non potrebbero garantire gli attuali standard, né sarebbe possibile il recupero di chi vive situazioni di fragilità o dipendenza. Ma l’economia sociale non riguarda solo il welfare. Vi sono ambiti dell’economia e della finanza in cui questo principio si traduce in esperienze di mutualità e innovazione sociale, come nel caso della finanza etica.
Fino al 12 novembre è aperta la consultazione pubblica sul Piano italiano per l’Economia Sociale, sviluppato in risposta a una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea che invita gli Stati membri a definire strategie nazionali per sostenere e valorizzare l’economia sociale.
Valorizzare la capacità e l’esperienza di fare impresa sociale significa investire su un futuro europeo più coeso e solidale e questo è il miglior antidoto contro i populismi e gli estremismi. Per questo è importante partecipare alla Consultazione pubblica.
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