Rapporto ISTAT 2025
Il Rapporto ISTAT 2025 ci consegna l’immagine di un Paese in equilibrio instabile.
L’Italia tiene su alcuni indicatori macroeconomici, ma resta incagliata in fragilità strutturali: una produttività stagnante, salari reali in calo, divari territoriali e di genere drammatici, bassa natalità e un’intera generazione bloccata da precarietà e mancanza di prospettive per il futuro.
Mentre il Governo Meloni alimenta una narrazione trionfale, i dati raccontano tutt’altro: un Paese segnato da disuguaglianze profonde, ritardi cronici e un’inerzia pericolosa.
Dal 2000 al 2024, l’Italia è cresciuta meno di un quarto rispetto alla Spagna, con un PIL reale fermo al +9,3%. Il PIL per occupato è in calo e le retribuzioni medie da lavoro sono oggi inferiori del 7,2% rispetto al 2004. Nel frattempo, quasi 6 milioni di persone vivono in povertà assoluta.
I dati ISTAT mettono in luce un Paese in cui i giovani sono più istruiti ma più poveri.
Il tasso di laureati è aumentato, ma l’ascensore sociale è inceppato. Due terzi dei 18-34enni vivono ancora con i genitori. Non per scelta, ma per salari bassi, affitti inaccessibili e una cronica incertezza economica.
Le donne vivono più a lungo, ma in condizioni peggiori. La conciliazione tra lavoro e vita privata resta, per molte, una corsa a ostacoli quotidiana. Serve un cambio di rotta.
Il Partito Democratico continuerà a incalzare la destra su ogni fronte: lavoro, welfare, giovani, donne, territorio. Noi proponiamo di investire nel lavoro stabile e ben retribuito, non nei voucher e nei mini-contratti. Chiediamo investimenti veri nella scuola pubblica, nell’università e nella formazione continua, un Green Deal che non lasci indietro interi territori, un welfare che sostenga davvero chi è più in difficoltà.
Mentre la destra ignora tutto questo, noi continueremo a lottare ogni giorno perché l’Italia non sia un Paese che abbandona i suoi giovani, le sue donne, e chi ha di meno.
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