Bandi Erc, Italia seconda per cervelli premiati ma la fuga continua
L’Italia si conferma al secondo posto in Europa per numero di ricercatori selezionati dall’European Research Council (ERC) con gli Starting Grant 2025.
Un risultato importante, che testimonia e conferma ancora una volta l’altissimo livello della nostra comunità scientifica e accademica.
Ma accanto a tante eccellenze, permangono alcune criticità storiche e radicate nel sistema italiano.
Il dato che colpisce è che su 55 vincitori italiani soltanto 30 hanno deciso di restare nel nostro Paese. Questo significa che quasi la metà dei nostri migliori giovani cervelli sceglie di proseguire le proprie ricerche all’estero, attratti da condizioni più favorevoli e da investimenti stabili e strutturali.
Eppure, anziché intervenire su queste fragilità, il governo ha scelto di peggiorare una situazione già difficoltosa: i rettori italiani hanno denunciato più volte i tagli dell’esecutivo al comparto, in un contesto segnato da tendenze inflazionistiche e da forti incrementi degli oneri di gestione degli atenei che rischiano di non essere coperti.
La fuga dei talenti non è un destino ineluttabile, ma la conseguenza di un sistema che troppo spesso non garantisce prospettive certe, risorse adeguate, infrastrutture di qualità. Eppure, il potenziale è enorme: lo dimostrano i nostri ricercatori, che concorrono e vincono nei contesti più competitivi d’Europa.
Come Partito Democratico crediamo che serva una strategia nazionale per fermare questa emorragia e invertire la rotta: investendo in ricerca e innovazione, stabilizzando i giovani ricercatori e creando le condizioni perché il talento italiano possa crescere e produrre qui, in Italia.
Non basta applaudire i risultati: occorre costruire le condizioni perché chi li conquista possa farlo restando nel nostro Paese.
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